mercoledì 30 maggio 2007

Dedicato al genio di Miles Davis





Lo stereotipo comune che ha portato ad identificare il jazz come musica di elite e di ambienti raffinati, ci ostacola a riconoscere la creatività, l’innovazione e la trasgressione che ha caratterizzato il jazz dalle sue origini ed almeno fino agli anni 70.

L’esplosione del fenomeno James Brown, e, successivamente, della musica rock hanno relegato la musica jazz ad un pubblico limitato, rispetto a fenomeni che attraevano ed attraggono ancora oggi grandi masse. Di qui, l’immagginario di una musica da salotto, suonata da e per gente con una certa elevatura sociale.

Basta immergersi nella vita dei grandi del jazz, per capire che a nulla di più sbagliato il luogo comune può portarci.

Un esempio tra tutti: Miles Davis.

Riassumere la sua vita e le sue opere in poche righe sarebbe riduttivo. Miles Davis nella musica e nella vita ha continuamente creato per poi disfarre e poi creare nuovamente. Nella musica ha inventato il “cool-jazz”, il jazz modale, il jazz-rock, passando per i grandi album con Gil Evans. Ci prendeva gusto a rivoluzionare il modo di fare musica. Durante una serata di gala con importanti uomini politici statunitesi, una donna del salotto buono Americano gli chiese cosa avesse fatto nella vita di così’ importante per trovarsi lì. “Ho soltanto rivoluzionato il modo di fare musica almeno 3 volte negli ultimi 10 anni”, disse lui. “E invece lei chi ha sposato per trovarsi qui?”

Anche nel modo di associare musica-arte e business, Miles Davis è stato un gran pioniere. Mentre molti musicisti neri morivano per strada senza il becco di un quattrino, lui, nonostante la sregolatezza e la tossicodipendenza decennale, riuscì a svincolarsi dai vari produttori musicali sfruttatori e riuscì a guadaglare abbastanza soldi da andarsene in giro per gli States in ferrari.
I suoi assoli di tromba sono stati trascritti e risuonati migliaia di volte da musicisti di tutto il mondo. Le sue armonie vengono insegnate a milioni di studenti di musica ogni anno.

Per quel che riguarda l’arte visiva, ha prodotto diversi quadri, a cui Umbria Jazz ha recentemente dedicato un’esposizione.

Alla sua vita sono dedicati migliaia di pagine web e libri. Lo scopo si questo post non è di aggiungerne un’altra, ma di creare nella testa di chi non lo conosce, abbastanza confusione da creare curiosità sulla sua vita.
Comunque inizierete a conoscere Miles Davis, sappiate che quello che quello che state ascoltando, leggendo, o osservando di lui, rappresenta solo una minima parte del contributo che ha lasciato all’arte mondiale. Resterete stupiti dalla sua creatività.
Chi lo conosce, non smette mai di stupirsi del suo genio.


Non credo che la gente muoia, che la mente si fermi, che i pensieri vadano persi. Non so cosa accada, ma penso che rimangano qui, da qualche parte. Me ne accorgo quando una brezza apre una porta a casa mia. Riesco a vedere cose che non avevo mai visto prima (Miles Davis).


A tutti voi, dedico due lives in cui ci regala due dei suoi grandi classici:


- “So what”, con il grande Jon Coltrane al sax tenore





- “Bitches Brew”, con Jack de Johnette (batteria), Dave Holland (basso), Chick Corea (Hammond), Wayne Shorter (sax)




Discografia Consigliata (essenziale):

- Miles Davis Volume I and II (Blue Note)
- Birth of the Cool
- Prestige series (quartetto e quintetto su etichetta Prestige. Alcuni album consigliati: Relaxing with M. Davis Quintet, Steaming, Working, Cooking)
- Kind of Blue
- Sketches of Spain
- Porgy and Bess
- Miles Smiles
- Round About Midnight
- Bitches Brew
- Tutu

Libri di recente stampa sulla sua vita:

- Miles Davis and Quincy Troupe “Miles, L’autobiografia”, edito in Italia da Minimum Fax
- Cerchiari Luca “Miles Davis, dal bebop al jazz-rock (1945-1991)”, Oscar Saggi Mondadori, 2001
- Gianfranco Salvatore “Miles Davis, lo sciamano elettrico (1969-1980)”, Nuovi Equilibri, 1995.










4 commenti:

Urbano ha detto...

Buongiorno ... grande mitico "Dewey" .... la sua tromba pulitissima distilla note che lasciano il segno, con tanta, tantissima classe... i miei preferiti vediamo un po' ..... sono sicuramente Relaxin' e Kind of Blue ... e se si dovesse riassumere quest'ultimo disco in una sola parola, questa sarebbe sicuramente "Classe" .. peccato che anche lui come molti altri ...

Francesco Panella ha detto...

Buongiorno Rob, un ingresso in grande stile. Real sound, real jazz, a mio parere anche "The Man With The Horn" con la presenza al basso di Marcus Miller e Bill Evans al sax. Su tutti "Ursula", quasi 11 minuti di pura improvvisazione che ci fanno amare il jazz e la genialitá di Miles Davis e dei suoi musicisti.

Roberto ha detto...

Mi fa piacere il vostro gradimento.
Sono d'accordo con Urbano che Relaxin' e kind of Blue sono bellissimi. Purtroppo ogni volta provo a definire i miei preferiti, mi vengono in mente almeno altri 6-7 capolavori degni di essere "miei preferiti" (Colonna sonora di "Ascensore per il Patibolo"?, tributo a Jack Johnson? Blue moods....e la lista si allungherebbe a dismisura.....)

Gennaro Di Iorio Photography ha detto...

Buon pomeriggio. Anche per me un Grande del Jazz. Io ascolto con piacere anche il periodo fusion, poco quelli del periodo 1980-1992.