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sabato 17 maggio 2008
Scaramanzie
Si fa di tutto per allontanare la malasorte e la tensione in vista dell'ultima giornata di campionato che deciderà chi tra Inter e Roma conquisterà il titolo.
In casa Inter non parla nessuno, una settimana di silenzio propiziatorio e di allenamenti a porte chiuse che Mancini che ha voluto per mantenere i suoi la massima concentrazione. Dal campo di allenamenti della Pinetina sono stati tolti tutti gli striscioni con riferimento allo scudetto. Mancini non parlerà con i giornalisti nella classica conferenza stampa del sabato.
Meglio così perché la raffica di domande sul suo futuro e sulla questione delle intercettazioni avrebbe potuto creare ulteriori tensioni. Alle 20 oggi si parte per Parma e come scaramanzia verrà rigorosamente rispettata la disposizione dei posti sul pullman che in un'ora raggiungerà la città emiliana
Anche la Roma è attenta ai particolari in queste ore. Venerdì un tifoso ha gettato del sale davanti all'ingresso di Trigoria come gesto scaramantico. L'aereo per Catania partirà sabato alle 18 e Bruno Conti, insieme ad altri giocatori, lasceranno la solita mancia al tifoso che in occasione di ogni trasferta si fa trovare all'aeroporto di Fiumicino. Rosella Sensi non partirà con la squadra e si vedrà la partita in Tv in compagnia del padre Franco.
venerdì 16 maggio 2008
Confusione e malafede...
Se ne parla orami da tempo in tutta Europa: l'immigrazione e' un problema serio. Ne va della pubblica sicurezza, del sentirsi sicuri a casa (valori sacrosanti?!).
Ma come se ne parla? L'informazione ci informa?
Diamo un'occhiata al corriere di oggi. Un link attira subito la mia attenzione, dice:
"Parlano i rom: «Chi sbaglia paghi. Vogliamo integrazione»"
Clicko e si apre il video. Il titolo del video e':
"Parlano i romeni: Chi sbaglia via dall'Italia"
Rom? Romeni? Ma non significhera' la stessa cosa? Alla fine c'e' solo un -eni di differenza. Lo scorso anno sono stato in Romania, e per le strade mi e' sembrato di vedere gente normale, operai, impiegati, casalinghe, operatori turistici....MMM qualcosa deve essermi scappato. Mi sembrava un paese come gli altri, non un paese di Rom (=zingari in gergo comune). Considerando che ci sono 20 milioni di abitanti, sarebbe stato difficile non notarli. E poi ho due colleghi Romeni che lavorano con me tutti i giorni. Uno, prima di venire qui, era professore alla Technical University of Bucarest. Mi sembra una persona perbene, anche molto preparata a dir la verita'....
Vado su Wikipedia, magari mi chiarisce un po' le idee. Leggo " [In Romania] Vi sono ancora delle notevoli minoranze ungheresi (6,6% secondo il censimento del 2002) e, in misura minore, Rom, turche (in Dobrugia) e tedesche." Dunque la popolazione Rom in Romania e' minore del 6.6%, la mia impressione era corretta. La magior parte della popolazione e' brava gente. O per lo meno non appartiene all'etnia Rom. Non sara' che quel 6% sia una percentuale minore del numero di mafiosi in Italia? Mmmm, questa equazione Rom=Romeni mi ricorda l'equazione che mi fa imbestialire e che mi viene rinfacciata continuamente: Italiano=mafioso
Vabbe', andiamo avanti con la lettura. Tra le propose di Maroni si legge: "Visto di tre mesi per gli extracomunitari". Extracomunitari=con cittadinanza al difuori della Comunita' Europea. Quindi non stiamo parlando dei Rumeni. Che stessimo parlando degli Americani o Canadesi? Bah, di certo, non capisco perche' tale provvedimento viene citato in un articolo in cui si parla di Romeni.
C'e' una cosa di cui mi convinco sempre di piu': quando si genera confusione e' davvero facile incutere paure nella popolazione e giustificare le proprie azioni. Bush docet. Saddam=Bin Laden, Bin Laden ha attaccato l'America, l'America ha il diritto di invadere l'Iraq. Vogliamo andare piu' a ritroso? Gli Ebrei minano la stabilita' e la purezza della razza ariana, siamo giustificati a fare quello che facciamo (c'e' da aggiungere altro?).
Anne Frank (www.annefrank.org)
In Italia una cosa e' chiara a tutti: la politica e' in crisi, e' fragile e non e' in grado di dare risposte ai cittadini. Anche i servizi minimi possono venire meno (mi riferisco allo smaltimento dei rifiuti, tanto per citare un esempio)
Ma mi sbaglio o negli scorsi mesi c'e' stata una propaganda continua verso il male che viene dall'esterno? Ricordo bene i titoli dei giornali. Quando si parlava di cronaca nera e non erano stati individuati i colpevoli, la classica frase "Forse dei Romeni" o "Forse degli extracomunitari" era immancabile. (Forse? Ma i giornali non dovrebbero riportare i fatti? Da dove viene questo "forse"? Lo ha detto un poliziotto? Un passante? O cosa?). E che dire della colpa dell'Euro (imposto dall'esterno) per un'economia zoppicante? E questi Cinesi che ci stanno rovinando l'economia?
Ma stiamo parlando di Romania e Romeni, allora digito su google la parola Romeno, ed ecco casa appare:
"Romeni e violenza 2007, un anno nero - cronaca - Repubblica.it". Ci risiamo....
Credo sia significativa la testimonianza di un Romeno nel video del corriere: Chi delinque sa che in Italia ha campo libero, e questa voce si diffonce con un telefono senza fili". Non sarebbe il caso di far rispettare le leggi? Assicurare le pene a chi ha sbagliato? Il ladro va arrestato tanto in Italia, quanto in Francia, quanto in Spagna. Se in Italia la fa franca, chiaramente approda in Italia.
E' davvero necessario colpevolizzare un popolo? Siamo davvero a tal punto? Sarei contento di avere una vostra opinione al riguardo.....
40 milioni di euri ??
Aste da record, cifre da capogiro, da Sotheby's il ricavato totale di 362 milioni di dollari incluse le commissioni è uno dei risultati migliori per l'arte moderna e contemporanea mai raggiunti. Questo è "Orange, Red, Yellow" di Mark Rothko's.
Il suo valore oscilla tra i 30 e i 40 milioni di dollari, ma è rimasto invenduto.
giovedì 15 maggio 2008
La mia amica Melissa mi ricorda che stasera ...
WEB PULITO
Ringrazio Roby per lo splendido Post e dò a tutti il mio buongiorno.
Di recente, Bakeca.it, il primo sito italiano di annunci gratuiti (che conta più di 100.000 visitatori al giorno) è stato attaccato per due volte da criminali informatici. Nella notte di mercoledì 7 maggio è avvenuto il primo attacco, e nella mattinata di martedì 13 maggio il secondo tentativo di abbattere il sito, che si è ripetuto ancora ieri.
Tecnicamente, questo tipo di attacco si chiama Ddos (nel caso del secondo attacco, il traffico in ingresso è stato di 520 M, rendendo questo attacco uno dei più pesanti e devastanti mai realizzato in Italia).
Si tratta in ogni caso di un attacco scorretto e ingiusto, prima di tutto perchè Bakeca.it offre un servizio gratuito ai tantissimi utenti che possono inserire i loro annunci e poi perchè distrugge il lavoro di molti appassionati. A sottolineare la gravità dgli episodi è intervenuto uno dei massimi esperti di sicurezza informatica italiani, Alessio Pennasilico, che dice: “Un attacco di questa ampiezza, portata, durata, ma soprattutto con tale reattività a ogni contromisura adottata denota un attaccante motivato, tecnicamente preparato, con molte risorse a disposizione che quasi certamente agisce su mandato”.
Da questo episodio, è nata l’idea di creare una campagna di comunicazione “Web Pulito”, che consiste nel diffondere in rete i valori fondamentali per una rete libera e trasparente.
Crediamo che internet sia prima di tutto uno spazio LIBERO. Per chi partecipa, deve essere libero per poter sentirsi tranquillo nell’esprimere pareri e nel diffondere informazioni avendo come unico limite quello del rispetto delle persone e delle cose secondo i termini previsti dalla legge. Per chi naviga, deve essere libero per avere accesso alle informazioni con semplicità e trasparenza.
Crediamo sia uno spazio CONDIVISO, dove la crescita è possibile per tutti grazie alle persone che mettono a disposizione le loro capacità per migliorare i servizi e per diffonderli al mondo.
Crediamo sia infine uno spazio in cui le buone idee debbano avere SUCCESSO, nel quale idee che si rivelano essere davvero utili e magari anche gratuite possano essere LIBERE e CONDIVISE e dove gli utenti stessi decretano il successo delle iniziative più valide e delle informazioni più autorevoli.
Di recente, Bakeca.it, il primo sito italiano di annunci gratuiti (che conta più di 100.000 visitatori al giorno) è stato attaccato per due volte da criminali informatici. Nella notte di mercoledì 7 maggio è avvenuto il primo attacco, e nella mattinata di martedì 13 maggio il secondo tentativo di abbattere il sito, che si è ripetuto ancora ieri.
Tecnicamente, questo tipo di attacco si chiama Ddos (nel caso del secondo attacco, il traffico in ingresso è stato di 520 M, rendendo questo attacco uno dei più pesanti e devastanti mai realizzato in Italia).
Si tratta in ogni caso di un attacco scorretto e ingiusto, prima di tutto perchè Bakeca.it offre un servizio gratuito ai tantissimi utenti che possono inserire i loro annunci e poi perchè distrugge il lavoro di molti appassionati. A sottolineare la gravità dgli episodi è intervenuto uno dei massimi esperti di sicurezza informatica italiani, Alessio Pennasilico, che dice: “Un attacco di questa ampiezza, portata, durata, ma soprattutto con tale reattività a ogni contromisura adottata denota un attaccante motivato, tecnicamente preparato, con molte risorse a disposizione che quasi certamente agisce su mandato”.
Da questo episodio, è nata l’idea di creare una campagna di comunicazione “Web Pulito”, che consiste nel diffondere in rete i valori fondamentali per una rete libera e trasparente.
Crediamo che internet sia prima di tutto uno spazio LIBERO. Per chi partecipa, deve essere libero per poter sentirsi tranquillo nell’esprimere pareri e nel diffondere informazioni avendo come unico limite quello del rispetto delle persone e delle cose secondo i termini previsti dalla legge. Per chi naviga, deve essere libero per avere accesso alle informazioni con semplicità e trasparenza.
Crediamo sia uno spazio CONDIVISO, dove la crescita è possibile per tutti grazie alle persone che mettono a disposizione le loro capacità per migliorare i servizi e per diffonderli al mondo.
Crediamo sia infine uno spazio in cui le buone idee debbano avere SUCCESSO, nel quale idee che si rivelano essere davvero utili e magari anche gratuite possano essere LIBERE e CONDIVISE e dove gli utenti stessi decretano il successo delle iniziative più valide e delle informazioni più autorevoli.
mercoledì 14 maggio 2008
Il Caravan del Duca
Uno standard jazz e' uno di qui pezzi che fanno parte del bagaglio culturale di ogni jazzista. Tipicamente, jazzisti di diverse nazionalita', colore, religione o lingua, possono suonare insieme uno standard dopo il tipico "one, two...one, two, three, four" che stacca il tempo (a dire il vero, i musicisti piu' bravi non staccano il tempo e non dichiarano la tonalita' per far intimorire i musicisti non all'altezza.....).
E cosi', chi ha assistito a delle jam session, avra' notato che i musicisti si uniscono e lasciano il palco continuamente, cambiando continuamente la formazione del gruppo. Magia del jazz improvvisato sugli schemi armonici conosciuti a memoria.....
Molti standard derivano dalla musica tradizionale (Autumn Leaves ne e' un esempio), oppure possono provenire da origini piu' disparate (I sogni son desideri, colonna sonora di Cenerentola, divenne standard dopo che Miles Davis la riarrangio' in chiave jazz). Altri sono semplicemente composizioni di grande successo, che sono diventati standard, perche' riconosciuti naturalmente come tali. Quest'ultimo caso e' un po' quello che accade in tutti i generi musicali. Nell'hip-hop potremmo definire standard Run's House dei Run DMC o I need love di LL Cool J, nell'house i capolavori dei Masters at Work, nella techno i cavallini di Joy Beltram, etc.
Prima di iniziare a scrivere questo post, avevo voglia di scriverne uno su Charles Mingus o su Duke Ellington. Ma poi ho cambiato idea. Anziche' parlare di un artista, dove e' nato, cosa ha fatto, ho preferito parlare di un pezzo d'arte che ha lasciato, e che e' stato re-interpretato dai maestri del Jazz e del Pop.
Ho deciso di scrivere un post su Caravan, uno standard jazz scritto da Duke Ellington e Juan Tizol. Quest'ultimo cedette tutti i diritti al produttore Irving Mills (autore delle parole, che pero' molti ignorano perche' spesso suonata in versione strumentale) per $25 (!!!). Si narra che quest'ultimo verso' i proventi delle vendite a Tizol stesso, in segno di rispetto per il grande successo ottenuto.
Caravan fu incluso nel disco di Duke Ellington And His Famous Orchestra nel 1937 e venne subito riconosciuto come il primo pezzo latin-jazz, anche se in realta' e' chiara l'influenza del Medio Oriente nelle melodie.
A voi l'ascolto. A me personalmente piacciono molto le versioni eseguite al piano, ed in particolare la versione live di Petrucciani.
Buon ascolto
Una delle versioni eseguite dal Duca:
Ed in un'interpretazione di Arturo Sandoval e la Boston Pop Orchestra (1993):
Il modo in cui l'interpreta il genio di Petrucciani per me non ha uguali:
Aprite bene le orecchie ..
My TransSpace
Il MySpace è un mondo parallelo di conoscenze, opinioni, immagini, destinate per lo più a permettere ad ognuno di diffondere la propria immagine a livello artistico in tutto il mondo. In questo universo di aspiranti attori, fotografi, musicisti, e creativi di ogni tipo, c'é anche gente normale, o quasi. Ieri tra i vari contatti ricevuti da Stati Uniti, Canada, Spagna etc.. ce n'era uno che mi ha pietrifcato!
" Ciao, sono 24nne trans e ricevo ad Avezzano stasera (martedì). Faccio tutto. cel 331 .. "
Pensavo fosse uno scherzo, invece ho visitato la sua pagina, con tanto di aberrante catalogo fotografico di cui regalo graditissimo estratto
Stato: Single
Cerco: Incontri
Orientamento: Bi
Corporatura: 173cm / Snella/sottile
Etnia: Bianca/caucasica
Sono Giada, una trans 24nne residente ad Avezzano (AQ), posso ospitare la sera dalle 21 in poi. Mi piacerebbe conoscere: ragazzi focosi da ospitare in casa mia ad Avezzano. MARTEDì 13 MAGGIO DALLE 21 OSPITO IN CASA MIA AD AVEZZANO PER SESSO. CHIAMARE 393 ..
Ma io dico, un pò di discrezione no é ? .. e che c###o !!
" Ciao, sono 24nne trans e ricevo ad Avezzano stasera (martedì). Faccio tutto. cel 331 .. "
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Orientamento: Bi
Corporatura: 173cm / Snella/sottile
Etnia: Bianca/caucasica
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Ma io dico, un pò di discrezione no é ? .. e che c###o !!
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Ma che bella sorpresa ..
.. ho appena aperto la posta e con mio grande stupore ho letto la seguente mail:
Francesco,
Your blog Frequenze e Dissonanze caught our attention. I'm the founder of a recently launched startup for bloggers. We are searching the internet for the world's blogs by geography, and we found yours for Italy. I would like to invite you to our site which plots the content of the internet on an interactive map of the world. VerveEarth is an entirely new way to surf the net. It shows spatial and geographic connections that a blog search engine could never reveal.
The site is www.VerveEarth.com. Once on board, you can easily claim your blog a place in the VerveEarth world. The site is free to use and a way to drive new traffic to your blog. If our vision resonates with you, please give us a mention or add our widget to your blog.
In sintesi se andate sul sito www.VerveEarth.com ci sarà una mappa tipo quella di Google in cui potrete muovervi e navigare tra una selezione scelta da questi signori dei migliori blog di tutto il mondo. Non ci credete ? Puntate il mouse o digitate Avezzano nella ricerca, ho messo il link a destra, sotto la mappa ..
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Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza
Dante Alighieri è nato 743 anni fa, ma ogni giorno che passa è sempre più maestro di vita e disciplina. È considerato il primo e più grande poeta della lingua italiana, e per questo definito "il sommo poeta", o "il vate". L'umanità letteraria ed artistica non ha altre figure di tal rilievo. E' per questo che ancor oggi, nell'era della comunicazione multimediale, e delle ipertecnologie, egli rimane una fonte di paradigmi linguistici insostituibili. Nel mio nuovo incarico di coordinatore editoriale, tra le mille cose, dovevo trovare una frase che potesse indicare il ruolo e le competenze della società per cui lavoro, al fine di dare un senso comunicativo forte ed originale per un progetto ambizioso ed intrigante su cui investire. Cosi' ho scartato la citazione di Zygmunt Bauman, noto professore di Sociologia e autore di decine di saggi scientifici post moderni, che inizialmente figurava nell'introduzione del comunicato, e l'ho sostituito con il vecchietto onniscente di quasi ottocento anni .. Questa è la parte finale della frase che Ulisse rivolge ai compagni con i quali s'imbarca, in quello che Dante, nel XXVI canto dell'Inferno, definisce il folle volo. I versi sono un capolavoro d’eloquenza retorica tutta tesa a sminuire il senso del pericolo agli occhi. E guarda un pò, è stato un successone ..
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A chi tanto e a chi gnente!
Da quanno che dà segni de pazzia,
povero Meo! fa pena! È diventato
pallido, secco secco, allampanato,
robba che se lo vedi scappi via!
er dottore m'ha detto: - È 'na mania
che nun se pô guarì: lui s'è affissato
d'esse un poeta, d'esse un letterato,
ch'è la cosa più peggio che ce sia! -
Dice ch'er gran talento è stato quello
che j'ha scombussolato un po' la mente
pe' via de lo sviluppo der cervello...
Povero Meo! Se invece d'esse matto
fosse rimasto scemo solamente,
chi sa che nome se sarebbe fatto!
Trilussa
martedì 13 maggio 2008
L'ingegno
L'Aquila disse ar Gatto: - Ormai so' celebre.
Cór nome e có la fama che ciò io
me ne frego der monno: tutti l'ommini
so' ammiratori de l'ingegno mio! -
Er Gatto je rispose: - Nu' ne dubbito.
Io, però, che frequento la cucina,
te posso di' che l'Omo ammira l'Aquila,
ma in fonno preferisce la Gallina...
Trilussa.
Cór nome e có la fama che ciò io
me ne frego der monno: tutti l'ommini
so' ammiratori de l'ingegno mio! -
Er Gatto je rispose: - Nu' ne dubbito.
Io, però, che frequento la cucina,
te posso di' che l'Omo ammira l'Aquila,
ma in fonno preferisce la Gallina...
Trilussa.
Un buongiorno cosi'..
Ciao fratelli e sorelle, oggi è un vero Martedi 13, di quelli grigi, piovosi, con poche cose d raccontare e molte di cui lamentarsi. Stamattina, appena alzato, sono uscito fuori ed ho recepito queste sensazioni, derivanti da una rivoluzione che la natura sta attuando contro l'uomo, annullando stagioni, sciogliendo ghiacciai, provocando terremoti e disastri di ogni tipo. Questo sarà il futuro, se una coscienza comune non si impegnerà per cambiare il corso delle cose. Trasmetto in musica a tutti voi queste emozioni. Spero possiate passare indenni questa giornata autunnale. Mando baci e abbracci a tutti, ovunque voi siate ..
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lunedì 12 maggio 2008
E Domenica .. finale ad alta tensione
Al semaforo due ragazzi seduti sulla vespa aspettano che scatti il verde per potere gridare “Forza Roma”. Dalle macchine che sono rimaste ancora ferme qualcuno da qualche colpetto sul clacson per rispondere alla scia di quell’urlo che s’allontana. C’è poca gente, poco traffico, e poco azzurro in cielo. Ma il fatto che la Roma abbia vinto, mentre l’Inter ha pareggiato, grazie al rigore mancato dal difensore interista Materazzi, mette in circolo una specie di allegrezza segreta che ciascuno, appena può, si scambia d’improvviso. E allora Domenica.. chi vivrà vedrà ..
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domenica 11 maggio 2008
Forza outsider! Stagione vulcanica per i lettori non conformisti
Dal Secolo d'Italia, edizione domenicale dell'11 maggio 2008
Orientarsi è difficile, nel mare magnum dei libri che affollano le librerie. Ne arrivano sempre di nuovi, a scalzare pile di volumi intonsi eppure destinati al macero. Pagine piene di aspettative – accarezzate da incoraggianti recensioni – destinate, nella migliore delle ipotesi, a una vita da magazzino o a girovagare tra polverose bancarelle di provincia. Per la disperazione delle case editrici, soprattutto delle piccole. E piccola, anche se autorevole – specializzata com’è in controstoria risorgimentale – è Controcorrente di Pietro Golia. Negli ultimi anni, peraltro, la casa editrice napoletana ha sviluppato un’offensiva a tutto campo aprendosi a nuovi filoni di interesse. Giuseppe Giaccio, direttore editoriale e autore del recente Storie francescane (pag. 64 € 10), ha appena terminato la traduzione de Il 68 della Nuova destra, una versione riveduta e ampliata in occasione del quarantennale dell’opera collettanea edita dieci anni fa. Tra pochi giorni – ci assicura – sarà nella mani di Golia e quindi in tipografia. Mentre tra poche settimane sarà la volta di Pensiero ribelle, il primo di tre volumi dedicati a Alain De Benoist. Definito dallo stesso intellettuale francese «il testo più importante per chi volesse avvicinarsi alle mie idee», il libro raccoglie oltre quattrocento pagine di interviste sugli argomenti più disparati. Di argomento religioso, invece, è il terzo volume di De Benoist, dal titolo provvisorio di Gesù e i suoi fratelli. Ma non è tutto. Sempre per la casa editrice napoletana è in uscita Il genio della tradizione di Marco Iacona: quaranta interviste a personaggi di spicco della cultura non-conforme italiana sul pensiero di Julius Evola. Introduzione – neanche a dirlo – di Gianfranco de Turris. Di Iacona – classe ’64, studioso siciliano con tanto di tesi su Ernst Jünger e dottorato di ricerca su Julius Evola, oltre che collaboratore di Nuova Storia Contemporanea e del Secolo d’Italia – proprio in questi giorni è in uscita anche un altro libro: 1968. Le origini della contestazione globale (pag. 160 € 10 Marco Solfanelli editore), documentatissima ricerca sulla pubblicista di destra di quegli anni.
Di un altro Sessantotto si è occupato invece Antonio Carioti, giornalista del Corriere della Sera, nel suo Gli orfani di Salò (sottotitolo: Il Sessantotto nero dei giovani neofascisti nel dopoguerra 1945-1951, pag. 296 € 17,00 Mursia). Sì, perché la tesi di fondo è proprio questa: prima di un 68 rosso ce n’è stato uno nero. Ad animarlo, nell’immediato dopoguerra, migliaia di giovani neofascisti che egemonizzano le scuole medie superiori e persino le università, guidano le più affollate manifestazioni studentesche dell’epoca, quale quella per il ritorno di Trieste alla madrepatria. Anche se rifiutano l’Italia democratica, De Gasperi ne sdoganerà ante litteram “la sincerità dell’amore di patria”. Occupano le università (a Pisa e Napoli con i comunisti) ma anche la sede nazionale del partito, contestandone la linea conservatrice. Insubordinati e ribelli, non chiedono l’autonomia politica: se la prendono. Dimostrano una capacità di elaborazione culturale che va al di là del primato dell’anticomunismo e del nostalgismo fine a se stesso pubblicando riviste di spessore.
«Un secondo volume che arrivi fino al ’56 – ci anticipa Carioti – è in preparazione e racconterà come molti di questi giovani si disperderanno tra scissioni e attività giornalistica (ad esempio Fausto Gianfranceschi e Mario Tedeschi). Il loro, però, non sarà un togliersi di mezzo. Come talpe che scavano sino a scuotere l’albero, contribuiranno a tenere viva una cultura di destra sommersa che risulterà determinante per l’affermazione elettorale di An negli anni Novanta, paradossalmente senza beneficiarne».
Rimanendo in tema di fascismo, entro settembre tornerà disponibile Fascio e Martello. Viaggio per le città del Duce di Antonio Pennacchi (Laterza, 368 pag. € 18) in una edizione più aggiornata rispetto a quella della Asefi. «Le città del duce erano 12 in tutto – puntualizza Pennacchi, autore di romanzi di successo come Il fasciocomunista (Mondadori) ma anche grande specialista in bonifiche e costruzione di nuove città – e con me sono arrivate a 140. Mi hanno copiato tutti ma le opere che vedo in giro sono solo elenchi pieni di fregnacce».
Arianna Editrice, la piccola ma combattiva casa editrice di Eduardo Zarelli, invece punta tutto sull’attualità. E cosa c’è di più attuale dell’emergenza rifiuti che vive la Campania? Così a giugno manderà in libreria Lo stivale di Barabba ovvero l’Italia presa a calci dai rifiuti di Stefano Montanari, scienziato bolognese e divulgatore di fama mondiale, affrontando con competenza la situazione attuale e soprattutto valutandone le prospettive.
Ma non si vive di soli saggi e il richiamo della narrativa non va eluso. Les afreu (Mursia) – il libro di Ippolito Edmondo Ferrario (’76), scrittore e mercante d’arte milanese, sulle “terribili” vicende dei mercenari italiani in Congo – dovrebbe vedere la luce entro l’estate. Accantonate per il momento le avventure della sua creatura letteraria – il detective-gallerista Leonardo Fiorentini, protagonista de Il pietrificatore di Triora e Il collezionista di Apricale (2006 e 2007 Frilli editore) – e le ricerche che hanno dato vita a Milano Sotterranea e misteriosa (scritto con Gianluca Padovan, Mursia 2007), Ferrario è occupatissimo nell’ultima revisione del testo. Aspettiamo.
Appena uscito è Morire è un attimo (pag. 240, € 14, Edizioni Angolo Manzoni), primo romanzo del torinese Giorgio Ballario, (’64), già redattore de Il borghese e dal ’99 a La Stampa. Location: l’Africa “italiana” del 1935. Un noir incalzante significativamente ambientato – come ha scritto nella prefazione Domenico Quirico - «in luoghi che nessuno scrittore italiano, al contrario di quanto accaduto in Francia e Inghilterra, ha mai ritenuto sfondo efficace e profondo da poter leggere in controluce quanto estremo e forte fosse il mutare del nostro paese».
A cavallo tra il noir e il romanzo storico è anche Congiura (pag. 408 € 18 Mursia), la quarta prova di Davide Mosca. Nato a Savona nel ’79 e milanese d’adozione, una laurea in Storia antica, Mosca si è cimentato a lungo con il pugilato prima di dedicarsi a tempo pieno all’editoria e alla scrittura. Ha esordito nella narrativa nel 2001 con Le parole che cadono nel vuoto non fanno rumore e con Mursia ha già pubblicato Silla. Il figlio della fortuna (2003) e Silla Imperator (2006). Stavolta, però, a occuparsi – su mandato di Cicerone – della congiura più famosa di tutti i tempi, quella di Catilina, è il giovane e disincantato detective Mamerco Mamilio, un Marlowe ante-litteram, una sfortunata canaglia che spende tutti i suoi soldi in donne e libri e si aggira in una Roma buia, marcia, fra bordelli, palestre e taverne in un romanzo che contamina un’originale ricostruzione della Roma repubblicana con seducenti atmosfere moderne.
«Dichiaratamente tolkieniano» è il romanzo fantasy Il Regno Nascosto di Gabriele Marconi ed Enrico Passaro (pag. 368 € 18,50 Dario Flaccovio Editore), atteso in libreria per il 12 maggio. L’idea della storia, nata nel 1983 e ispirata a una canzone di Marconi scritta nel 1982, Il Regno dei Nani, venne annotata dallo stesso Marconi su un taccuino per poi essere rielaborata recentemente a quattro mani. «Si tratta di un omaggio a Tolkien – ci ha spiegato Marconi, direttore responsabile del mensile Area e apprezzato narratore di Io non scordo, romanzo pubblicato dal Settimo Sigillo di Enzo Cipriano e poi ristampato da Fazi nel 2004 – e le vicende sono ambientate nella IV Era, naturalmente adattata, con ricordi di personaggi del Signore degli Anelli in filastrocche, leggende e canzoni. Nel libro ce ne sono quattro, tre mie e Tramonto di Francesco Mancinelli». La trama è nel viaggio: Althorf e i suoi due nipoti, Vitur e Tekkur, sono gli unici Nani rimasti nel villaggio di Cuterbor. Dopo aver condiviso il mondo con gli Uomini abitando quartieri all’interno delle loro città, i Nani hanno infatti deciso di tornare ai tempi antichi, lasciando le loro case per cercare un luogo adatto a ricostruire il loro regno.
Impastato di realtà, invece, e in libreria da pochi giorni, è Contronatura (pag. 464 € 18 Bompiani), l’ultimo romanzo di Massimiliano Parente (Grosseto, 1970), collaboratore di punta delle pagine culturali di Libero. Il libro è all’altezza delle aspettative: la scrittura è tagliente, irriverente eppure comica, paradossale nel raccontare le peripezie di uno scrittore che vuole diventare un autore tv e che per mettersi in luce combatte proprio la tv in un mondo dai valori rovesciati.
La Marsilio non sta a guardare e il prossimo luglio ripropone – salvandolo dal destino ingeneroso di remainders Mondadori – Parenti lontani di Gaetano Cappelli (€ 9,50 416 p.), giudicato tra i migliori cinque libri del 2000, il più bel romanzo sul sogno americano visto da un giovane meridionale, Carlo, diviso tra l’amore per le radici e il richiamo di quel grande continente. «Mio padre – ci ha raccontato Cappelli – aveva fatto di una celebre frase di D’Annunzio il suo motto personale: “Ama il tuo sogno se pure ti tormenta”. I sogni vanno coltivati e quello americano rimane, senza dubbio, il più grande di tutti».
Bisognerà aspettare agosto – invece – per leggere La città perfetta (€ 17,60 450 p. Garzanti) di Angelo Petrella, trentenne autore napoletano di Nazi Paradise e Cane rabbioso (Meridiano Zero) che, come nella migliore tradizione noir, maneggia disinvoltamente uno stile duro e corrosivo in cui si mescolano Quentin Tarantino con Abel Ferrara, la cultura pop con il bianco e nero del neorealismo. Céliniano per esplicita ammissione, Petrella si misura con la sanguinosa guerra dei piccoli boss della camorra negli anni in cui il movimento della Pantera occupa scuole e atenei.
Per chi non volesse pazienzare, infine, c’è Mani nude (pag. 430 € 19 Rizzoli) – iniziazione alla violenza di un moderno gladiatore in uno scenario che richiama il Fight Club di Palahniuk – della milanese Paola Barbato (’71) sceneggiatrice storica di Dylan Dog al suo secondo romanzo dopo la bella prova di Billico (Rizzoli 2006). Oppure ci si può tuffare nel primo romanzo di Sergio Caputo, Disperatamente e in ritardo cane (pag. 286 € 15,50 Mondadori), esilarante autobiografia “fictionalizzata” dell’artista che con il suo inconfondibile swing e canzoni come Sabato italiano e Italiani mambo ha seppellito definitivamente la stagione della musica ideologica degli anni Settanta. Sergio Caputo presenterà il libro il 22 maggio a Milano (libreria Fnac di via Torino, ore 18) e il 23 maggio a Roma (libreria Mondadori in via del Corso, ore 18.30). Nell’occasione, per muoversi nella Capitale, si consiglia la Guida “senza luoghi comuni” S.P.Q.R. Sacri e profani questi romani (Edizioni Sonda) di Giuliano Compagno (’59), vulcanico autore di ben 17 volumi tra saggistica, comica e narrativa, tra cui i romanzi Generazione zero, L'assente, Il sesso è una parola, Memoria di parte sino ai più recenti Critica della ragion pubica e Siamo come negozi (Coniglio editore). La Guida - «scritta durante il giovedì nero di Wall Tort (Muro Torto), quando sono rimasto incolonnato nel traffico per tre ore e venti minuti mancando dodici appuntamenti filati, record europeo» - è una rilettura in chiave autoironica di una città nei cui confronti Compagno ha «un approccio critico che muta in vera e propria adorazione quando la insultano». Perché si sente intimamente romano in almeno sei occasioni: «Quando gusto una carbonara; quando vedo un film con Aldo Fabrizi; quando leggo i versi che Dante dedicò a Traiano; quando Roma o Lazio espugnano San Siro; quando contemplo un’immagine di Silvana Mangano e quando in qualsiasi parte del mondo posso dire “Sono di Roma!” e tutti capiscono da dove vengo».
Di un altro Sessantotto si è occupato invece Antonio Carioti, giornalista del Corriere della Sera, nel suo Gli orfani di Salò (sottotitolo: Il Sessantotto nero dei giovani neofascisti nel dopoguerra 1945-1951, pag. 296 € 17,00 Mursia). Sì, perché la tesi di fondo è proprio questa: prima di un 68 rosso ce n’è stato uno nero. Ad animarlo, nell’immediato dopoguerra, migliaia di giovani neofascisti che egemonizzano le scuole medie superiori e persino le università, guidano le più affollate manifestazioni studentesche dell’epoca, quale quella per il ritorno di Trieste alla madrepatria. Anche se rifiutano l’Italia democratica, De Gasperi ne sdoganerà ante litteram “la sincerità dell’amore di patria”. Occupano le università (a Pisa e Napoli con i comunisti) ma anche la sede nazionale del partito, contestandone la linea conservatrice. Insubordinati e ribelli, non chiedono l’autonomia politica: se la prendono. Dimostrano una capacità di elaborazione culturale che va al di là del primato dell’anticomunismo e del nostalgismo fine a se stesso pubblicando riviste di spessore.
«Un secondo volume che arrivi fino al ’56 – ci anticipa Carioti – è in preparazione e racconterà come molti di questi giovani si disperderanno tra scissioni e attività giornalistica (ad esempio Fausto Gianfranceschi e Mario Tedeschi). Il loro, però, non sarà un togliersi di mezzo. Come talpe che scavano sino a scuotere l’albero, contribuiranno a tenere viva una cultura di destra sommersa che risulterà determinante per l’affermazione elettorale di An negli anni Novanta, paradossalmente senza beneficiarne».
Rimanendo in tema di fascismo, entro settembre tornerà disponibile Fascio e Martello. Viaggio per le città del Duce di Antonio Pennacchi (Laterza, 368 pag. € 18) in una edizione più aggiornata rispetto a quella della Asefi. «Le città del duce erano 12 in tutto – puntualizza Pennacchi, autore di romanzi di successo come Il fasciocomunista (Mondadori) ma anche grande specialista in bonifiche e costruzione di nuove città – e con me sono arrivate a 140. Mi hanno copiato tutti ma le opere che vedo in giro sono solo elenchi pieni di fregnacce».
Arianna Editrice, la piccola ma combattiva casa editrice di Eduardo Zarelli, invece punta tutto sull’attualità. E cosa c’è di più attuale dell’emergenza rifiuti che vive la Campania? Così a giugno manderà in libreria Lo stivale di Barabba ovvero l’Italia presa a calci dai rifiuti di Stefano Montanari, scienziato bolognese e divulgatore di fama mondiale, affrontando con competenza la situazione attuale e soprattutto valutandone le prospettive.
Ma non si vive di soli saggi e il richiamo della narrativa non va eluso. Les afreu (Mursia) – il libro di Ippolito Edmondo Ferrario (’76), scrittore e mercante d’arte milanese, sulle “terribili” vicende dei mercenari italiani in Congo – dovrebbe vedere la luce entro l’estate. Accantonate per il momento le avventure della sua creatura letteraria – il detective-gallerista Leonardo Fiorentini, protagonista de Il pietrificatore di Triora e Il collezionista di Apricale (2006 e 2007 Frilli editore) – e le ricerche che hanno dato vita a Milano Sotterranea e misteriosa (scritto con Gianluca Padovan, Mursia 2007), Ferrario è occupatissimo nell’ultima revisione del testo. Aspettiamo.
Appena uscito è Morire è un attimo (pag. 240, € 14, Edizioni Angolo Manzoni), primo romanzo del torinese Giorgio Ballario, (’64), già redattore de Il borghese e dal ’99 a La Stampa. Location: l’Africa “italiana” del 1935. Un noir incalzante significativamente ambientato – come ha scritto nella prefazione Domenico Quirico - «in luoghi che nessuno scrittore italiano, al contrario di quanto accaduto in Francia e Inghilterra, ha mai ritenuto sfondo efficace e profondo da poter leggere in controluce quanto estremo e forte fosse il mutare del nostro paese».
A cavallo tra il noir e il romanzo storico è anche Congiura (pag. 408 € 18 Mursia), la quarta prova di Davide Mosca. Nato a Savona nel ’79 e milanese d’adozione, una laurea in Storia antica, Mosca si è cimentato a lungo con il pugilato prima di dedicarsi a tempo pieno all’editoria e alla scrittura. Ha esordito nella narrativa nel 2001 con Le parole che cadono nel vuoto non fanno rumore e con Mursia ha già pubblicato Silla. Il figlio della fortuna (2003) e Silla Imperator (2006). Stavolta, però, a occuparsi – su mandato di Cicerone – della congiura più famosa di tutti i tempi, quella di Catilina, è il giovane e disincantato detective Mamerco Mamilio, un Marlowe ante-litteram, una sfortunata canaglia che spende tutti i suoi soldi in donne e libri e si aggira in una Roma buia, marcia, fra bordelli, palestre e taverne in un romanzo che contamina un’originale ricostruzione della Roma repubblicana con seducenti atmosfere moderne.
«Dichiaratamente tolkieniano» è il romanzo fantasy Il Regno Nascosto di Gabriele Marconi ed Enrico Passaro (pag. 368 € 18,50 Dario Flaccovio Editore), atteso in libreria per il 12 maggio. L’idea della storia, nata nel 1983 e ispirata a una canzone di Marconi scritta nel 1982, Il Regno dei Nani, venne annotata dallo stesso Marconi su un taccuino per poi essere rielaborata recentemente a quattro mani. «Si tratta di un omaggio a Tolkien – ci ha spiegato Marconi, direttore responsabile del mensile Area e apprezzato narratore di Io non scordo, romanzo pubblicato dal Settimo Sigillo di Enzo Cipriano e poi ristampato da Fazi nel 2004 – e le vicende sono ambientate nella IV Era, naturalmente adattata, con ricordi di personaggi del Signore degli Anelli in filastrocche, leggende e canzoni. Nel libro ce ne sono quattro, tre mie e Tramonto di Francesco Mancinelli». La trama è nel viaggio: Althorf e i suoi due nipoti, Vitur e Tekkur, sono gli unici Nani rimasti nel villaggio di Cuterbor. Dopo aver condiviso il mondo con gli Uomini abitando quartieri all’interno delle loro città, i Nani hanno infatti deciso di tornare ai tempi antichi, lasciando le loro case per cercare un luogo adatto a ricostruire il loro regno.
Impastato di realtà, invece, e in libreria da pochi giorni, è Contronatura (pag. 464 € 18 Bompiani), l’ultimo romanzo di Massimiliano Parente (Grosseto, 1970), collaboratore di punta delle pagine culturali di Libero. Il libro è all’altezza delle aspettative: la scrittura è tagliente, irriverente eppure comica, paradossale nel raccontare le peripezie di uno scrittore che vuole diventare un autore tv e che per mettersi in luce combatte proprio la tv in un mondo dai valori rovesciati.
La Marsilio non sta a guardare e il prossimo luglio ripropone – salvandolo dal destino ingeneroso di remainders Mondadori – Parenti lontani di Gaetano Cappelli (€ 9,50 416 p.), giudicato tra i migliori cinque libri del 2000, il più bel romanzo sul sogno americano visto da un giovane meridionale, Carlo, diviso tra l’amore per le radici e il richiamo di quel grande continente. «Mio padre – ci ha raccontato Cappelli – aveva fatto di una celebre frase di D’Annunzio il suo motto personale: “Ama il tuo sogno se pure ti tormenta”. I sogni vanno coltivati e quello americano rimane, senza dubbio, il più grande di tutti».
Bisognerà aspettare agosto – invece – per leggere La città perfetta (€ 17,60 450 p. Garzanti) di Angelo Petrella, trentenne autore napoletano di Nazi Paradise e Cane rabbioso (Meridiano Zero) che, come nella migliore tradizione noir, maneggia disinvoltamente uno stile duro e corrosivo in cui si mescolano Quentin Tarantino con Abel Ferrara, la cultura pop con il bianco e nero del neorealismo. Céliniano per esplicita ammissione, Petrella si misura con la sanguinosa guerra dei piccoli boss della camorra negli anni in cui il movimento della Pantera occupa scuole e atenei.
Per chi non volesse pazienzare, infine, c’è Mani nude (pag. 430 € 19 Rizzoli) – iniziazione alla violenza di un moderno gladiatore in uno scenario che richiama il Fight Club di Palahniuk – della milanese Paola Barbato (’71) sceneggiatrice storica di Dylan Dog al suo secondo romanzo dopo la bella prova di Billico (Rizzoli 2006). Oppure ci si può tuffare nel primo romanzo di Sergio Caputo, Disperatamente e in ritardo cane (pag. 286 € 15,50 Mondadori), esilarante autobiografia “fictionalizzata” dell’artista che con il suo inconfondibile swing e canzoni come Sabato italiano e Italiani mambo ha seppellito definitivamente la stagione della musica ideologica degli anni Settanta. Sergio Caputo presenterà il libro il 22 maggio a Milano (libreria Fnac di via Torino, ore 18) e il 23 maggio a Roma (libreria Mondadori in via del Corso, ore 18.30). Nell’occasione, per muoversi nella Capitale, si consiglia la Guida “senza luoghi comuni” S.P.Q.R. Sacri e profani questi romani (Edizioni Sonda) di Giuliano Compagno (’59), vulcanico autore di ben 17 volumi tra saggistica, comica e narrativa, tra cui i romanzi Generazione zero, L'assente, Il sesso è una parola, Memoria di parte sino ai più recenti Critica della ragion pubica e Siamo come negozi (Coniglio editore). La Guida - «scritta durante il giovedì nero di Wall Tort (Muro Torto), quando sono rimasto incolonnato nel traffico per tre ore e venti minuti mancando dodici appuntamenti filati, record europeo» - è una rilettura in chiave autoironica di una città nei cui confronti Compagno ha «un approccio critico che muta in vera e propria adorazione quando la insultano». Perché si sente intimamente romano in almeno sei occasioni: «Quando gusto una carbonara; quando vedo un film con Aldo Fabrizi; quando leggo i versi che Dante dedicò a Traiano; quando Roma o Lazio espugnano San Siro; quando contemplo un’immagine di Silvana Mangano e quando in qualsiasi parte del mondo posso dire “Sono di Roma!” e tutti capiscono da dove vengo».
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