giovedì 18 dicembre 2008

dalle Poesie Apocrife di J.D. Morrison

Il mio tempo è un ascensore di nebbia

che sale verso un tetto estremo

verso un domani

che mi aspetta indifferente.

Il panorama delle mie nostalgie

lo spettacolo del mio stato di grazia

visioni senza vertigini

negli occhi della memoria

lunedì 15 dicembre 2008

Ode in morte della musica



Il buio, il fuoco, il desiderio. Ode in morte della musica
Gino Castaldo
Prezzo € 11,50
Dati 2008, 155 p., brossura
Editore Einaudi (collana Einaudi. Stile libero)

La musica è finita ogni volta che qualcuno l'ha uccisa, e ogni volta, per questo, è rinata. È finita quando John Cage fece eseguire il suo silenzio, e nello stesso periodo nacque il rock'n'roll. È finita quando è morto John Coltrane, e Jimi Hendrix incise il suo primo disco. Oggi nessuno più la sfida, niente più ne segnala la fine, e forse è per questo che la musica è davvero morta. O almeno sono morti i suoi elementi guida. Lo scenario in apparenza ottimista del mondo tecnologico e connesso non è che un simulacro: la musica impazza su computer e telefonini, domina i messaggi pubblicitari, inonda gli spazi del mondo contemporaneo, ma non è la "musica di oggi", il nostro tempo non ha ancora la sua colonna sonora. La musica non si è evoluta: è un organismo agonizzante. Che ne è della passione, del fuoco sacro che ne ha accompagnato l'evoluzione nella lunga storia discografica? Castaldo ne analizza spietatamente l'identità perduta. Segue, come in un'elegia, le tracce del fuoco, del buio e del desiderio, i tre elementi senza cui la musica non ha ragione di esistere. E apre, infine, una finestra sul futuro.