giovedì 7 giugno 2007

Politica, Apartheid e grande musica: Hugh Masakela



Hugh Ramopolo Masekela nasce nel Sud Africa il 4 Aprile 1939. Sin dai primi anni della sua vita si dedica allo studio della tromba e, ancora poco più che bambino, è leader della Huddleston Jazz Band. A 17 anni si unisce alla Alfred Herbert's African Jazz Revue e inizia a farsi conoscere in ambito nazionale ed internazionale. Nel 1959 forma, insieme a Dollar Brand (più noto con il nome di Abdullah Ibrahim), la Jazz Epistles, la prima band band jazz africana ad incidere un album e fare concerti a Johannesburg e Cape Town.

Nel 1961, a causa della sempre crescenti brutailità dell’appartheid, Hugh Musakela va in esilio negli Stati Uniti. La sua notorietà come musicista cresce sempre più (in questi anni incide brani che scalano le classifiche statunitensi, come Up, Up and Away e Grazin' in the Grass).

I suoi brani musicali iniziano a toccare tematiche politiche e la sua figura inizia ad acquisire notorità anche come portatore di un ideale politico. Nel 1987, esce il suo Bring Him Back Home, che in breve tempo diventa l’inno del movimento legato a Nelson Mandela. Suona con musicisti di grosso calibro, quali Dizzy Gillespie, Paul Simon, Miriam Makeba (sua moglie).

Nel 2003 esce la sua autobiografia in cui descrive a fondo la sua amicizia con Nelson Mandela, le sue battaglie e la sua musica.

Oggi vive in Sud Africa, ma fa ancora tour in tutto il mondo.
Tra i pezzi più noti, Bring Him Back Home, Grazing in the Grass, e la toccante Coal Train (Stimela), che racconta la dura vita degli schiavi durante il lavoro nelle miniere di carbone in Africa.

La sua musica, tra jazz, radici africane, allegria, malinconia ed impegno politico, (come lui stesso ama ripetere) deve aiutare a perdonare, a vivere insieme, ma mai a dimenticare quanto successo in Sud Africa, affinché non si verifichi mai più una situazioni in cui un gruppo di uomini domini e ne sottometta un altro.





E se avete un po' di tempo, buona visione con Amandla

2 commenti:

Francesco Panella ha detto...

Dollar Brand/Abdullah Ibrahim é un genio assoluto ed ho quattro dei suoi rarissimi dischi ( tre dei quali ho comprato a New York ), invece lui non lo conoscevo e devo dire che la sua musica é molto piacevole. In riferimento all'articolo invece noto che ci sono degli errori di scrittura e questo significa che é tutta farina del tuo sacco. Bel post. A presto. Fra

Roberto ha detto...

Sempre farina del mio sacco, ovviamente prendendo notizie qua e la' in rete o da libri. Ovviamente, sentiti libero di correggere eventuali errori (di cui mi scuso).

In effetti non e' molto famoso, pur essendo un mito in Sud Africa. Io l'ho conosciuto per caso.