lunedì 28 gennaio 2008

Erba Cattiva



Torno ora dall'allenamento, aria tersa nella capitale, dopo il blocco totale del traffico nella giornata di ieri. Ho appena sentito la mia Paola che si trova a Como, impegnata nella difficile impresa di riuscire a comunicare con i vicini di casa dei più cruenti coniugi della Penisola, gli ormai celebri Olindo Romano e Rosa Bazzi. Per momento Paola è parcheggiata fuori il carcere, a fare la muffa, vista la scarsissima disponibilità dei cittadini, delle forze dell'ordine, e del potere politico. La Corte d'assise di Como ha fissato 16 udienze, da domani a metà marzo, due ogni settimana, nella speranza di arrivare in tempi record a una sentenza. Il Tribunale ha organizzato gli ingressi: 40posti in aula per i giornalisti, 30 per il pubblico, uno stanzone poco distante adibito a sala stampa con annesso maxischermo per seguire la diretta del dibattimento. Arrestati l'8 gennaio del 2007, quasi un mese dopo la strage, i coniugi Romano hanno confessato poche ore dopo aver conosciuto le mura del carcere Bassone. Ricostruzioni minuziose, con il passare dei giorni, anche univoche, poi è cambiato improvvisamente qualcosa. Rosa e Olindo hanno deciso di abbandonare questa linea. Non siamo stati noi. Tesi incredibile per la mole di prove raccolte in quel mese successivo alla strage. Soprattutto una macchia di sangue sul lato passeggero della Seat Arosa del netturbino di Erba. Nel frattempo erano arrivate le intercettazioni ambientali in carcere, i "pizzini" scovati tra i libri sfogliati da Olindo: "Siamo stati noi". Bah! Comunque quel che certo è che il processo sarà un imponente evento mediatico, al punto che sono già esauriti i biglietti per assistere in aula, al modico presto di 200 euro. Meglio la fiction Paoletta mia, e, soprattutto, meglio le sale operatorie, delle manzoniane rive ..
Buonaserata a tutti

1 commento:

Francesco Panella ha detto...

.. agghiaccianti le parole che la Procura utilizza nella richiesta di rinvio a giudizio. Secondo i pm, i due coniugi, oltre a uccidere gli adulti, «afferravano il piccolo Marzouk Youssef per il braccio destro, lo costringevano contro un divano, lo immobilizzavano bloccandogli il capo con la mano sinistra e lo colpivano due volte alla gola con un coltello, con ciò squarciandogli la carotide sinistra, provocandogli uno shock emorragico». L'azione fu «materialmente commessa» da Rosa Bazzi ..